Ruth's story..., Part II

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Ruth McCallister
view post Posted on 18/2/2012, 22:07




Sembrava che la Serra n.3 fosse vuota e proprio per questo Ruth, subito dopo la lezione di Erbologia e CDCM, poco prima di pranzo decise di recarcisi per completare immediatamente il compito di Erbologia.
Il primo tavolo era pulito quindi Ruth appoggiò la borsa in un angolo e cominciò a ripensare a ciò che la professoressa aveva detto. Per prima cosa doveva far bollire le foglie per eliminarne il veleno.
Come era solita fare, con un incantesimo di appello richiamò una bacinella e un mestolo in legno.
Immediatamente queste si presentarono. La bacinella era grande a sufficienza per farci entrare almeno 5 foglie alla volta. Disponendole in modo che fossero distanti tra loro, Ruth con un Aguamenti fece fuoriuscire un sottile fiotto d'acqua dalla bacchetta sommergendo le foglie che lentamente raggiunsero il pelo dell'acqua.
Un intenso odore di pino si sprigionò da dietro le spalle di Ruth che si girò per vedere chi, come lei, cercava di finire i compiti e avere quindi più tempo libero. Non era possibile. Era una maledizione, non un incantesimo! Il ragazzo coi dread, Sintetico come l'aveva mal soprannominato Ruth, lavorava all'impacco di foglie. La ragazza si girò immediatamente cercando di non guardarlo e cercando con lo sguardo la boccetta che conteneva la resina per diminuire il tempo di posa. Nel piccolo set a disposizione della classe non c'era. Ruth ebbe un brivido che le percorreva tutta la spina dorsale: doveva chiedere la boccetta a Sintetico se voleva evitare di passare più di due ore in Serra. Senza girarsi Ruth domandò: "Ehi... Hai della resina per caso?"
La Tassorosso non sentì nulla, ne' movimento ne' parola, ma continuò a guardare fisse le foglie nell'acqua e a tenerle separate con il cucchiaio.
"Sottiletta! Ci ho impiegato un po' a riconoscerti, ma alla fine la tua altezza ti ha tradito..." Sembrava ci tenesse proprio a stuzzicarla e a darle fastidio. Ora Ruth non poteva far altro che ricambiare.
"Oh, ma sei tu! Se non ci fosse stato il profumo della resina mi sarei accorta prima della tua presenza..."
Sintetico si stava avvicinando con in mano un'ampollina dal colore blu scuro.
"Cercavi questa? Ti va di fare un gioco? Si chiama prendi la boccetta... E' un gioco molto semplice, se non sei imparentato con uno gnomo." Mentre parlava sventolava la boccetta sulla testa di Ruth e ogni volta che la mano della ragazza sembrava avvicinarsi, lui la spostava e quindi rimaneva in suo possesso.
Ruth cominciò a pensare come una cacciatrice e si trovò con la boccetta in mano in men che non si dica.
"Gran bel gioco, Sin. Peccato che sei un pochino lento per i miei gusti."
Ruth fece appena in tempo a gettare un paio di gocce nell'acqua che si sentì toccare i fianchi e sussurrare all'orecchio: "Stai giocando con il fuoco, Sottiletta... Il fuoco brucia."
Detto questo il ragazzo si allontanò tornando a lavorare alle sue foglie.

L'ora che avevano passato in silenzio mentre l'acqua faceva il suo effetto era sembrata eterna. Ruth cercava di concentrarsi sul noioso libro di Storia della Magia, ma proprio non riusciva a non pensare a ciò che era successo poco prima. Quando fu passata l'ora e un quarto che doveva attendere, Ruth prese le foglie, le appoggiò su di un panno e le asciugò premendo leggermente, quindi, sempre chiuse dentro al panno, le infilò in borsa. Svuotò nel canale l'acqua che ormai aveva acquistato un colorito bruno e raccolse le sue cose uscendo.
L'ultimo passaggio l'avrebbe concluso in stanza, appendendo le foglie sopra la stufa per poi metterle in barattolo per la conserva.
Uscendo non salutò Sintetico... qualcosa le diceva che lo avrebbe rincontrato presto.

[Weekend - primo pomeriggio]

La giacca aperta sul davanti mostrava un abbigliamento semplice, ma colorato, adatto ad una giornata uggiosa tipica della primavera inglese. Dopotutto il detto dice "Aprile non ti scorprire" quindi Ruth McCallister aveva scelto, per la sua settimanale passeggiata a Hogsmeade con amici e compagni di scuola, un abbigliamento a cipolla.
Ora che però erano passate almeno un paio d'ore da quando avevano lasciato il castello e che Ruth con un paio di amiche aveva trascorso il pomeriggio passeggiando per le affollate vie ciottolate della cittadina magica, la Tassorosso sentiva delle vampe di calore quindi si era tolta la sciarpa e slacciato la giacca per cercare di abbassare la temperatura.
Il calore comunque persisteva. Aveva la sensazione di malessere quindi, dopo aver avvisato le ragazze che si sarebbe allontanata andò verso il piazzale di Hogsmeade. Tutte le strade partivano o si riconducevano a questa piccola piazzetta. Raggiunto il centro Ruth osservò le vie, cercò la più piccola e meno trafficata e vi si diresse quasi di corsa. La sensazione di nausea ora era reale. Non appena ebbe raggiunto un luogo appartato si appoggiò al muro.
"Ehi... Adesso capisco perchè sei così magra."
"Vattene!" La voce alle spalle di Ruth era ormai troppo conosciuta per passare inosservata. Il ragazzo con i dread, Sin come lo aveva soprannominato la ragazza, la perseguitava ormai da un mese. Ruth non voleva la vedesse in quello stato di malessere e soprattutto non voleva vederla vomitare.
"Io vengo a reggerti la fronte e tu mi cacci? Che riconoscenza." disse facendo un passo avanti sulla ghiaia scricchiolante.
Ruth prese un respiro profondo e lentamente alzò la testa, si girò dando le spalle al muro e vi si appoggiò tenendo gli occhi chiusi.
"Cosa vuoi da me? Non so neanche come ti chiami eppure mi perseguiti ovunque... Cambi carattere ogni volta che ci vediamo a seconda di come ti sei svegliato la mattina, ma mi parli; mi insulti, ma mi cerchi... Cosa vuoi da me?" Le vene della fronte pulsavano intensamente, ma Ruth riuscì ad aprire gli occhi e fissare i suoi, azzurro ghiaccio, in quelli più scuri del ragazzo.
"Vuoi davvero saperlo?" Il sorriso malizioso che le stava facendo la spaventava poichè non poteva prevedere nessun tipo di reazione. Sintetico si avvicinò a Ruth bloccandola contro il muro e a pochi centimetri dal suo volto le sussurrò: "Comunque mi chiamo Daniel..." il suo alito profumava di mango... o forse era papaia? Fatto sta che il profumo così dolce provocò in Ruth l'ennesima fitta di nausea che le fece chiudere gli occhi. Probabilmente Sint... volevo dire Daniel interpretò nel modo sbagliato quel semplice movimento. Rapidamente le si avvicinò e le stampò un bacio sulle labbra sottili.
Ruth spalancò gli occhi. Le braccia rigide lungo i fianchi. I sudori freddi dovuti alla nausea e allo spavento la facevano sentire ancora più strana.
Daniel si allontanò fissando ancora negli occhi Ruth. La ragazza aveva lo sguardo perso nel vuoto.
L'ultima cosa che disse di ricordare prima di svenire fu una chiazza di vomito sulle scarpe del ragazzo...

Edited by Ruth McCallister - 18/2/2012, 22:25
 
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